NIENTE PIU' COMPUTER, NIENTE PIU' CONSOLLE COSTOSE, NIENTE PIU' DOWNLOAD: ARRIVA IL "CLOUD GAMING"!...Leggi

Si chiama "cloud gaming": è la rivoluzione che si prospetta nell'universo dei videogame, per salvarli dalla crisi economica e creativa che stanno vivendo. Promette di cambiare non solo la distribuzione ma anche il modo di giocare. Cloud Gaming significherà accendere la tv e nel menù sarà presente un'applicazione con cui poter giocare a videogame famosi, prima disponibili solo a chi comprava una console o un pc potente. Servirà solo una connessione Internet (da portare fino alla tv) e pagare un canone mensile per il servizio (una decina di euro al mese). Il gioco sarà disponibile infatti tramite banda larga, in tempo reale, senza attese, né download, né bisogno di installare niente. Il videogame diventerà trasmissibile come un programma televisivo, subito accessibile, a distanza di un clic sul telecomando. Sony, creatrice della Playstation, per non farsi cogliere impreparata alle nuove sfide, ha comprato una delle aziende leader del cloud gaming: Gaikai. Gaikai e Onlive sono attualmente i servizi che già offrono centinaia di videogame in cloud, ma funzionano solo su computer oppure richiedono che l'utente acquisti un set box da collegare alla tv. Per ora è un servizio di nicchia. Ma il passo per giocare direttamente dal televisore, senza aver bisogno di nient'altro, è imminente; a luglio su alcune tv Samsung è già stata installata l'applicazione Gaikai in versione beta, e a breve sarà presente anche su televisori Lg e Sony. Alcuni esperti del settore affermano che "il cloud gaming è la direzione che l'industria del gioco sembra aver preso ed è una rivoluzione del canale distributivo; inoltre combatterà la pirateria". Ma la speranza maggiore è che "riesca a risollevare il mondo del videogame dalla crisi profonda che sta vivendo". Da tre anni le vendite dei videogame sono calate nei principali Paesi mondiali e di conseguenza anche i ricavi. In Italia, secondo Aesvi (l'associazione di categoria dell'industria dei videogiochi), nel 2011 i ricavi si sono fermati a quota 993,1 milioni di euro, un -7,1 per cento rispetto all'anno precedente. E non è solo colpa della recessione. Uno dei motivi è che sempre più persone preferiscono i giochi su cellulare/smartphone e quelli online gratuiti, ad esempio quelli disponibili su Facebook (come il notissimo Farmville). Molti videogiocatori ormai si chiedono il perchè di dover spendere decine di euro per un blockbuster quando ci sono così tanti giochi gratuiti o a bassissimo costo. Giochi che comunque intrattengono per tanto tempo, pur non essendo produzioni cinematografiche da milioni di dollari. Si è entrati così in un circolo vizioso in cui i grandi editori producono sempre meno giochi, per via dei costi di sviluppo particolarmente alti e per colpa del mercato deludente. E non riescono ad innovarsi più; sono restii a proporre titoli che non siano già famosi e collaudati, e quindi ecco che sommergono i videogiocatori con in diluvio di prequel e sequel di serie famose. Inoltre, sempre la crisi, spinge i colossi a rimandare anche il lancio di console nuove e più potenti, da cui potrebbero arrivare videogame di nuova generazione. Le console non portatili più importanti al momento, Xbox 360 e Playstation 3, sono uscite nel lontano 2005. La nuova Xbox 720 arriverà - si presume - non prima di Dicembre 2013; otto anni sono un'era geologica, in tecnologia. Microsoft e Sony restano ferme, immobili e così danneggiano l'innovazione. Fatto sta che tutta la creatività sembra adesso esclusiva di produzioni indipendenti. Molti dei titoli più originali e innovativi per computer e console vengono distribuiti solo online, in formato download (per esempio "Minecraft", acquistato e giocato da più di tre milioni di persone). Molti sviluppatori stanno abbandonando i negozi e cominciano a vendere solo online, direttamente al pubblico. Electronic Arts, uno dei principali editori di giochi al mondo, prevede un futuro in cui distribuirà solo via Internet. Nella normale distribuzione digitale, l'utente scarica e installa il gioco e poi ha bisogno di un determinato hardware (pc o console) per usarlo. Nel cloud gaming, invece, a far funzionare il gioco sono potenti datacenter (computer) di chi offre il servizio e l'utente quindi ne fruisce a distanza. A fare tutto il lavoro di calcolo e di grafica sono i datacenter, l'utente deve solo ricevere il risultato finale via Internet; per questo motivo non ha bisogno di un particolare hardware. Certo, servono buone connessioni a banda larga e datacenter potenti, altrimenti le immagini e i comandi del gioco saranno rallentati. Funzionerà? Questa tecnologia è ancora poco conosciuta ed utilizzata. Lo sviluppo sarà notevole. Comunque alcuni esperti già rassicurano: "Prima o poi il fenomeno attecchirà". Non ci resta che aspettare e vedere cosa succederà.