Il fumo da sigaretta è responsabile di molte forme tumorali, specialmente quelle che colpiscono l’apparato respiratorio. Tuttavia la probabilità di ammalarsi non è la stessa per tutti i fumatori, tanto che “solo” il 10-20 per cento di essi sviluppa un carcinoma polmonare.
E così molti studiosi stanno valutando la possibile origine genetica dei tumori polmonari fra le persone che non hanno mai fumato o non abituali alla sigaretta. Alcuni ricercatori del Fox Chase Center – nel corso del recente meeting annuale dell’American Association for Cancer Research – hanno ipotizzato che la causa scatenante della malattia nelle donne sia il metabolismo degli estrogeni, che verrebbe quindi accelerato dal fumo.
C’è da segnalare, purtroppo, che il tumore ai polmoni sta aumentando fra le donne, soprattutto a causa dell’incremento di fumatrici che si è registrato negli ultimi decenni. Analizzando delle cavie da laboratorio, alle quali era stato indotto il cancro al polmone provocato dal tabacco, gli scienziati del Fox Chase Center hanno notato come il fumo produca rapidi cambiamenti nei geni dei polmoni femminili, tra cui quelli coinvolti nel metabolismo degli estrogeni. A subire maggior cambiamento è stato il citocromo P450 1b1 (o gene Cyp1b1), un enzima chiave per il metabolismo degli estrogeni e responsabile dell’abbattimento delle tossine.
Nel frattempo, una ricerca delle università di Boston e dello Utah, pubblicata sulla rivista Science Translational, ha illustrato come il marcatore biologico PI3K sia in grado d’indicare in quali tipi di fumatori s’innescano quelle alterazioni genetiche tipiche degli individui affetti da carcinoma polmonare. Tale marcatore è risultato infatti modificato nelle vie respiratorie dei fumatori con lesioni pre-neoplastiche. A questo punto la ricerca dovrà cercare di effettuare studi più mirati sia sul ruolo del marcatore PI3K e sia sull’efficacia del farmaco nell’inibire la via metabolica cellulare attivata nei tumori in fase iniziale.