Ha 17 anni, ma ha ancora il corpo e il comportamento di un bebè di 6 mesi. È il mistero di Brooke Greenberg, una ragazzina rimasta 'congelata' nel tempo, che sta attirando l'attenzione di scienziati di tutto il mondo, come scrive il Times di Londra. Il sospetto è che il suo Dna possa mancare del gene che governa l'invecchiamento umano. Potrebbero emergerne scoperte scientifiche in grado di suggerire nuove terapie per malattie legate all'età, o addirittura svelare il mistero dell'invecchiamento. «Riteniamo - afferma Richard Walker, intervistato dal Times - che la condizione di Brooke ci presenti un'opportunità unica per comprendere il processo dell'invecchiamento. Riteniamo che abbia una mutazione nei geni che controlla il suo invecchiamento e sviluppo al punto che sembra esser stata congelata nel tempo. Se potremo confrontare il suo genoma con uno normale, potremmo essere in grado di inviduare quei geni e capire esattamente che cosa fanno e come controllarli». Questa ricerca sarà questa settimana al centro di una conferenza della Royal Society di Londra, alla quale parteciperanno i più importanti ricercatori del mondo sull'invecchiamento.
HA ANCORA I DENTI DA LATTE Gli scienziati sono convinti che questo sia regolato da pochi geni, il caso di Greenberg potrebbe aiutare a identificarli. All'apparenza, la bambina, che vive con i genitori e tre sorelle del tutto normali in un sobborgo di Baltimora, sembra in tutto e per tutto un bebè di pochi mesi. Per 17 anni i genitori hanno continuato a cambiarle i pannolini o a darle ciucciotti. Brooke non cammina ma gattona soltanto, anche se ha imparato almeno a sorridere e ridere se solleticata. Tuttavia non ha mai appreso a parlare e ha ancora i suoi denti da latte. Ha però avuto anche gravi problemi di salute che più volte ne hanno minacciato la vita. «Brooke è semplicemente una bambina meravigliosa - dice al Times suo padre Howard Greenberg - è molto pura. Borbotta come un bebè di 6 mesi, ma comunque comunica e noi sappiamo sempre che cosa vuol dire». Greenberg aggiunge di esser favorevole all'esame del Dna se questo potrà aiutare altri. «La nostra ipotesi - spiega ancora il ricercatore Walker - è che soffra di un danno di uno o più geni che coordinano il modo in cui il corpo si sviluppa e invecchia. Se possiamo usare il suo Dna per trovare un gene mutante allora potremo fare dei test in laboratorio su animale per vedere se possiamo 'spegnerlì e arrestare a piacere il processo di invecchiamento. Questo - conclude con una certa enfasi lo scienziato - semplicemente potrebbe darci un'opportunità di rispondere alla questione del perchè siamo mortali».
* Fonte Leggo